Raccolto
intorno al castello, Sarteano appare il più intatto e schietto di
tutti i paesi vicini: la sua origine non è meno antica di quella
di Chiusi, e v'è chi addirittura pensa che qui fosse la vera
Chamars. Il suo nome deriva forse dal gentilizio "Sertorius"
dell'epoca Etrusco-Romana, poiche fu qui trovata l'urna di un
Lucio Sertorio, probabile veterano delle guerre tra Mario e Silla.
La
montagna di Sarteano - o di Cetona- ( il "Mons Aspesulanus" o
"Monti Piesi") porta le tracce di tutte le epoche: vi sono caverne
dell'uomo preistorico che da Belverde si stendono lungo la costa
prospicente la Val di Chiana e recenti scavi in località "La
Villa" hanno portato alla luce armi neolitiche, selci leggermente
lavorate e grezze. Tutt'intorno - Sferracavalli, Albinaia, Solaia,
Molin Canale - vi sono tombe italiche che segnano la fine
dell'epoca del bronzo e il principio di quella del ferro(forse
contemporanee delle terramare dell'Emilia e delle
abitazioni lacustri dell'Italia superiore); alcuni manufatti in
pietra e in rame, trovati negli stessi luoghi, rilevano l'età
neolitica.
In
questi colli, compreso Pian Porcelli, si trovano anche Tombe a
pozzetto ( la più arcaica è quella di Sferracavalli) con corredi
funebri che appartengona alla civiltà Villanoviana, mentre nel
colle di Solaia vi sono le Tombe a camera del periodo
ionico-attico (buccheri a cilindretto etc.); la più importante
necropoli di questo periodo, ora devastata, si trova nella
bellissima zona "Bel Riguardo".
La
civiltà Etrusca s'imprime nella località "Le Tombe" con Tombe a
camera, urne, monili d'oro ( gran parte di questi oggetti ora sono
al Museo Archeologico di Siena, prima facenti parte del Museo
Bargagli di Sarteano). Dell'epoca romana sono il sepolcro delle
Tombe con la coppa di Marco Terennio e i resti di edifici termali
in località Sant'Angelo.
Il
documento più antico che parli di sarteano è del 1308; nel 1178 un
diploma di Federigo I Imperatore conferma i Conti Manenti sul
possesso di Sarteano. Le alterne vicende dei Conti Manenti e di
Sarteano la cui rocca era spesso contesa da Siena e da Orvieto,
sono ampliamente documentate e non si distaccano molto dalla
storia di tutti i castelli toscani del Medioevo.
Sarteano parteggia quasi sempre per Siena, anche nelle guerre
contro Montepulciano ed anche quando il Papa Urbano IV nel 1263 fa
passare Sarteano a Orvieto, nel 1265 ritorna sotto Siena con
un'alleanza sempre rinnovata durante i secoli. I suoi statuti sono
del 1265.
Quando
S.Francesco entrò in Sarteano, nel 1212, per la ruga di mezzo, la
gente era dedita alla lavorazione della lana, della pergamena e
del cuoio: e l'industria della lana, dei "bigelli", doveva
progredire, tanto che nel 1470 Siena permise a Sarteano di
"esportare" il suo famoso "panno-lano".
Nel
1280 il castello di Sarteano viene venduto al podestà di questo
libero comune e nello stesso anno viene riconosciuta l'attuale
rocca ed in seguito ampliata e restaurata dai Monaldeschi
d'Orvieto ( nel 1345) e dai senesi nel 1469. La fortezza
precedente era molto simile all'attuale: cinta da doppia cerchia
di mura, dominata da un cassero, con il maschio quadrato e torri
rotonde ai lati. Sotto la rocca v'è un sistema di cunicoli
praticabili, dell'età etrusca.
La
sorte di Sarteano sèguita ad essere diretta da Siena, da Orvieto e
da Perugia.Nel 1503 la cittadella soffre gravi danni inflitti dal
Duca Valentino che voleva costringere Siena a cacciare Pandolfo
Petrucci.
Nel
1555 Siena, presa, d'assedio alle armi imperiali e ducali, cade.
Nel 1556, il castello di Sarteno viene preso a viva forza da
Cosimo dei Medici.
Nel
1590 il Granduca Ferdinando I dà l'investitura del castello al
capitano Eustachio Fanelli e il Granduca Cosimo II lo dà
definitivamente a Brandimarte Fanelli e ai suoi discendenti che
tuttora lo possiedono.
Oggi
Sarteano è un sereno luogo di villeggiatura e resta uno dei paesi
più suggestivi della Toscana meridionale, aspro per le sue
montagne, umile e aristogratico, misterioso e inesauribile per
ogni sondaggio del tempo remoto.
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