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il sabato è
possibile effettuare una visita guidata alla Tomba e al Museo su prenotazione obbligatoria euro 5,00 Tel. 0578 269261 |
Una delle più significative testimonianze della pittura parietale etrusca di IV sec. a. C. - la Tomba della Quadriga Infernale è stata recentemente scoperta a Sarteano negli scavi del Museo Civico Archeologico, realizzati su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la manodopera dei volontari del Gruppo Archeologico Etruria. La scoperta di Sarteano ha un carattere eccezionale, oltre che per lo straordinario stato di conservazione delle pitture dai colori vivacissimi, anche per l’unicità delle scene rappresentate, che pure rientrano appieno nelle tematiche tipiche della pittura parietale etrusca dell’epoca. Soprattutto è senza confronti, sia in ambito pittorico che ceramografico, la figura del demone che conduce su un carro una quadriga formata da due leoni e due grifi, rivolto verso l’esterno della tomba dopo aver lasciato il defunto al limite dell’Ade. Si tratta di una versione del tutto innovativa di Charun, il demone dell’immaginario funerario etrusco che accompagna il defunto nell’Oltretomba. Figura singolare e inquietante che diventa così uno dei più suggestivi e particolari “ritratti” dell’arte etrusca. Il limite dell’Ade è simboleggiato da una porta dorica dipinta che incornicia una nicchia. Al di là di questa una consueta scena di banchetto, sicuramente ambientato nell’Aldilà, con due personaggi maschili sopra una kline che si rivolgono una straordinario e unico gesto di affetto: si tratta o di una coppia di amanti, che rievoca come suggestione la coppia sulla lastra nord della Tomba del Tuffatore di Paestum, o di una coppia parentale come avviene sulle coeve tombe orvietane, dipinte quasi sicuramente dalle stesse maestranze che hanno operato a Sarteano. Poi, sempre sulla sinistra, nella camera di fondo, è dipinto un grande serpente a tre teste, simbolo dei mostri che dovevano popolare l’interno dell’Ade secondo le credenze etrusche. Anche l’ippocampo sul frontone di fondo, pur essendo elemento consueto nella pittura parietale, ha dimensioni eccezionali ed accentua l’ambientazione della camera stessa come recesso dell’Oltretomba. Sotto il frontone, si erge l’imponente sarcofago di alabastro grigio con il defunto disteso sul coperchio, ultima dimora del proprietario della tomba. Il monumento ha inoltre una vicenda particolare anche in seguito alla fase etrusca: è stato occupato, distrutto sul lato destro e utilizzato come abitazione in epoca alto medievale, “secoli bui” durante i quali un recesso nel banco di travertino di Sarteano poteva sembrare un’accogliente dimora. Anche questi popoli hanno lasciato tracce del loro passaggio nelle ceramiche da fuoco che si uniscono al corredo etrusco databile intorno al 320 a. C., che comprende alcune belle ceramiche a figure rosse esposte nel Museo di Sarteano. La tomba è stata restaurata dai tecnici del Centro di Restauro di Firenze coordinati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ed è ora visitabile per un numero contingentato di persone, una volta a settimana. Il volto inquietante di Charun nella profondità del sottosuolo in una necropoli con quindici monumentali tombe, di fronte a uno dei più bei panorami della campagna senese, attira centinaia di persone: la suggestione e l’unicità della visita vale certamente il viaggio.
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